martedì 4 marzo 2014

Roma profuma

Roma profuma. Ė qualcosa di cui non ti rendi conto subito, e mai prima di averla abbandonata per un po' di tempo. É simile all'odore dolciastro del sesso, che non ti infastidisce solo quando è tuo; finché non avrai imparato a conoscerla, ad appropriarti di una minima parte dei suoi segreti non potrai apprezzarlo. Anzi, ti infastidirà con una appena percepibile sensazione di malessere, una punta di disgusto che guasterà un bouquet altrimenti perfetto.
Ti chiederai come potrai sopportarla per gli anni che ti attendono, come farai a convivere con quell'aleggiare di decomposizione che non ti risparmia nemmeno sotto il Colosseo. Ma come sempre, le cose che più ti infastidiscono sono quelle che più ti mancano quando non ci sono. Ti riscoprirai cosi a camminare sui lidi della tua località balneare preferita a respirare a pieni polmoni la frizzante aria salmastra, alla ricerca di quelle molecole dolciastre e fastidiose alle quali sei ormai assuefatto e la cui assenza si manifesta sotto forma di disagio.
Come i marinai del passato che vivendo in compagnia del rollio della nave in balia del mare hanno imparato a conviverci al punto da faticare a muoversi sulla terraferma, anche tu ti sentirai privo della tua atmosfera prediletta, ti scoprirai estraneo persino a casa tua.
Come quando da bambino non capivi quale utilità avesse il sale nei biscotti e solo dopo anni ti sei reso conto che serviva a non farti stufare dello zucchero, cosi anche adesso, mentre, appena sceso dal treno a Roma Termini, inspiri la prima boccata di quell'aria di cui sei tanto nostalgico e nella tua testa si forma, spontaneo, un "sono tornato", capisci che è proprio quel marcio a rendere Roma cosi affascinante e magnetica. E profumata.